spirito critico

PENSATOIO DI IDEE

giovedì 11 luglio 2013

PARLAMENTO - RIDUZIONI DELLE SPESE







Abbiamo comparato il trattamento economico dei parlamentari italiani con quello degli onorevoli di altri paesi Europei. Da questa comparazione abbiamo proposto alcuni possibili interventi sull’attuale sistema. Ma quanto si potrebbe ottenere dall’implementazione di questi suggerimenti? I risultati di una breve simulazione sono proposti nel grafico seguente.
Cattura
In particolare abbiamo considerato tre possibili scenari (1):
1. Taglio parlamentari: una riduzione del numero dei parlamentari in modo da riallineare il rapporto tra parlamentari e popolazione a quello francese (2).
2. Taglio stipendi: una serie di riduzioni della remunerazione e dei rimborsi, tra cui il dimezzamento dello stipendio; una riduzione di 1300 euro della somma di diaria e rimborsi, con una parificazione del trattamento delle camere e la contestuale creazione di un plafond dedicato al pagamento dei collaboratori; l’eliminazione dell’assegno di fine mandato (3).
3.  Totale: l’applicazione delle due proposte contemporaneamente.
Come si può notare, sebbene consistenti, i possibili risparmi sono piuttosto contenuti nel quadro complessivo del bilancio dello stato (circa 1,5% dell’odiata Imu sulla prima casa nella terza colonna). Sebbene, quindi, sarebbe opportuno riformare il sistema per prevenire possibili abusi ed evitare un trattamento eccessivamente di favore per i nostri onorevoli, è assai improbabile che una riduzione dei costi della politica, intesi in senso stretto come costi dei parlamentari, possa sanare il bilancio pubblico.
(1) Tutti gli scenari considerano l’effetto della tassazione.
(2) La riduzione è fatta in modo da rispettare il rapporto di 2:1 tra deputati e senatori.
(3) Vengono eliminati sia i contributi sia l’ammontare ricevuto e la differenza negativa prima esistente è stata trasformata in una riduzione dello stipendio mensile.

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