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lunedì 29 luglio 2013

distribuzione del Lavoro Nero

Dati Regionali: distribuzione del Lavoro Nero (3 milioni di addetti per 42,7 miliardi di evasione)

LAVORO NERO: 3 MILIONI DI ADDETTI “PRODUCONO”  42,7 MLD DI EVASIONE
Dai dati elaborati dalla CGIA di Mestre e’ composto da quasi 3 milioni l’esercito dei lavoratori in nero presenti in Italia. Con le loro prestazioni, questi lavoratori invisibili “producono” quasi 100 miliardi di Pil irregolare (pari al 6,5% del Pil nazionale), sottraendo un gettito alle casse dello Stato di 42,7 miliardi di euro all’anno. In termini pro-capite, le imposte evase medie in capo a ciascun cittadino italiano ammontano a 709 euro. Sono questi i numeri elaborati dalla CGIA di Mestre che ci consentono di dimensionare il fenomeno del lavoro sommerso presente in Italia. Un dramma, quello del sommerso, che è stato prepotentemente portato all’attenzione dell’opinione pubblica dopo la tragedia che si è consumata nei giorni scorsi a Barletta.

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L’economia sommersa ha ormai assunto connotati molto preoccupanti. Tuttavia, le differenze territoriali sono evidentissime. Oltre il 40% dei lavoratori in nero, del valore aggiunto prodotto dall’economia sommersa e del gettito di imposta evasa, sono riconducibili alle Regioni del Mezzogiorno, mentre il Nordest, sempre additato come un’area ad alta vocazione al sommerso, è la macro area meno interessata da questo fenomeno, dopo la Lombardia.
 Dallo studio della CGIA emerge che la Regione più a rischio è la Calabria che presenta poco più di 184.000 lavoratori in nero e un’incidenza percentuale del valore aggiunto da lavoro irregolare sul Pil pari al 18,3%. Questa situazione, secondo l’elaborazione della CGIA, si traduce in 1.333 euro di imposte evase in capo ad ogni singolo residente della Regione Calabria.
 Con la presenza del sommerso la profonda crisi che sta colpendo il Paese ha effetti economici e sociali meno devastanti di quanto non dicano le statistiche ufficiali. In particolar modo al Sud, possiamo dire che il sommerso costituisce un vero e proprio ammortizzatore sociale. Quando queste forme di irregolarità non sono legate  ad attività riconducibili alle organizzazioni criminali o alle fattispecie appena elencate, costituiscono in questi momenti così difficili un paracadute per molti disoccupati o pensionati che non riescono ad arrivare alla fine del mese.”

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