spirito critico

PENSATOIO DI IDEE

domenica 8 settembre 2013

GERMANIA LE PROSSIME ELEZIONI POLITICHE

Germania, Die Linke, il partito e le prossime sfide elettorali

Abbiamo incontrato la deputata europea della Die Linke Sabine Wils (www.sabine-wils.eu) per approfondire alcuni temi legati alla situazione in Germania in vista delle prossime elezioni politiche e alla situazione interna della Die Linke dopo il congresso avvenuto alcune settimane or sono.
Qual’è la situazione  di Die Linke dopo il congresso? Quali sono stati i punti salienti della discussione congressuale?
S.W.: Il congresso è andato molto bene a mio giudizio. Abbiamo preso delle decisioni inerenti il nostro programma elettorale per le prossime elezioni politiche, discutendo i vari elementi in maniera molto proficua,  e riuscendo a minimizzare quelle lotte interne tra diversi settori del Partito che in passato avevano creato qualche malumore tra i nostri militanti di base.
Io sono rimasta abbastanza delusa dal fatto che Oskar Lafontaine non abbia avuto modo di intervenire direttamente al Congresso. Ad ogni modo, abbiamo condiviso il suo punto di vista sulla crisi in Europa, la sua riflessione sulla  situazione della Germania e della sua strategia economica di forte attivo dell’export commerciale, politica economica sostenuta purtroppo anche dalla IGM ( il sindacato dei metallurgici tedeschi), che in questo modo non si smarca dalla strategia politica di Angela  Merkel e degli industriali tedeschi,  a discapito dei paesi europei più in difficoltà.
Un altro punto su cui il congresso si è soffermato a lungo, è stata la questione dell’aumento delle tasse per le imprese e per i cittadini più ricchi. Abbiamo chiaramente definito nelle nostre proposte programmatiche che la tassazione per i più ricchi ritorni a essere quella in vigore ai tempi di Kohl, cioè con un’aliquota massima del 50%.
Torniamo  alla contrapposizione interna tra le diverse sensibilità presenti dentro Die Linke. Con questo congresso sono state tutte risolte?
S.W. : In generale è andata molto meglio che in passato. La composizione del nostro partito, come sapete, è molto diversificata , con compagni che provengono da movimenti e partiti differenti e con storie politiche diverse. E’ difficile risolvere tutte le problematiche in maniera rapida, soprattutto quando si parla delle differenze tra le culture politiche provenienti dalla Germania dell’est e dell’ovest. Basti citare quanto è avvenuto in Sassonia dove alcuni esponenti della Die Linke hanno votato a favore dell’introduzione della legge sul  pareggio di bilancio, andando contro la linea nazionale del partito. Nonostante tutti gli sforzi della dirigenza nazionale non vi è stato modo di dissuaderli.  Ma come ho detto prima con il tempo la situazione sta migliorando notevolmente.
Qualche punto del vostro programma elettorale si riferisce all’Europa, visto che a Maggio saremo impegnati tutti ad affrontare il rinnovo del parlamento europeo?
S.W.: Vogliamo affrontare i motivi della crisi, e come spesso i compagni in giro per l’Europa ci ripetono, il migliore modo è cambiare la politica tedesca. Dobbiamo modificare questo focus dell’economia tedesca nei confronti dell’export industriale e aumentare la domanda del mercato interno, aumentando i salari.
Per le elezioni europee del 2014, credi che ci siano le possibilitá di riavere una piattaforma comune tra i partiti che fanno parte della Sinistra Europea? Come vedi la possibilità di avere un’unica piattaforma che includa anche i partiti anticapitalisti fuori dalla Sinistra Europea? In altre parole avere una piattaforma comune tra tutti partiti che fanno parte del gruppo parlamentare della GUE – NGL?
S.W.: Io credo che sia possibile. Avevamo già una piattaforma comune per la Sinistra Europea alle scorse elezioni, con contenuti non molto dissimili da quelli della Die Linke.
Io penso che dovremmo discutere tutti assieme, anche se ci sono chiaramente delle differenze specialmente tra i partiti comunisti e i partiti di sinistra.  In caso di convergenza dovremmo anche chiarire per tempo quali regole seguire all’interno del gruppo. Non vorrei che si ripetessero episodi dove il gruppo ha affrontato alcuni temi in modo poco organizzato, veicolando un messaggio di debolezza e di divisione all’esterno.  Sono in corso dei contatti all’interno della GUE – NGL. Speriamo in uno sviluppo positivo.
Quale è il lascito di  Angela Merkel e delle sue politiche? Quale la situazione per i lavoratori tedeschi?
S.W.: La signora Merkel  ha attuato una politica economica orientata  solamente verso l’export industriale e di attuazione rigorosa delle politiche di austerity, anche internamente, per far fronte alla crisi.
Io amo ripetere che nel parlamento tedesco esiste una sola grande coalizione  che si riconosce nel programma dell’Agenda 2010 (il piano di contro-riforme, varato dalla coalizione SPD- I Verdi, che ha drasticamente ridotto le tutele sociali e le pensioni  in Germania). Nel parlamento tedesco tutte le forze politiche hanno appoggiato queste misure tranne la Die Linke. Siamo stati  l’unico partito tedesco di una certa grandezza a esprimere solidarietà ai paesi della EU  colpiti dalle misure di austerity portate avanti da Angela Merkel e ad essere tra gli animatori del movimento “Blockupy” contro tali misure.
Abbiamo bisogno di politiche per orientare la crescita verso il nostro mercato interno.
Abbiamo bisogno di programmi pubblici per investire nelle nostre infrastrutture. E non seguire l’esempio del “project financing”, fortemente sostenuto dalla Commissione europea nel nuovo programma di investimenti e che, purtroppo, ha visto anche il sostegno ufficiale della Confederazione Europea dei Sindacati Sono rimasta basita, perchè credo che dovrebbe essere chiaro in certi ambienti che gli interessi privati vanno in tutt’altra direzione e non verso il bene collettivo.
Potresti dirci un altro grande problema della Germania a parte le politiche di Angela Merkel?
SW: In Germania oggi abbiamo milioni di persone povere che vivono, o meglio, sopravvivono percependo il sussidio di stato che ammonta solo a 500 euro a famiglia. Tutto questo è figlio delle già citate riforme dell’Agenda 2010 e delle misure di austerity applicate in Germania. Noi ovviamente abbiamo un programma elettorale completamente diverso, noi siamo contro le politiche di austerità in Germania come in Europa, ci battiamo per un salario minimo garantito di 10€ l’ora.

Questo è  in contraddizione con le informazioni che arrivano dai canali informativi “mainstream”, dove si dipinge la Germania come un paese senza poveri e con stipendi altissimi.
SW: Infatti.
La cosa peculiare è che la Germania, a causa di queste informazioni fuorvianti,  è il maggiore paese di destinazione per le nuove ondate migratorie del Sud Europa e non solo. Lo scorso anno le cifre ufficiali parlano di più di 40.000 italiani arrivati in Germania per lavorare. E probabilmente molti di questi finiscono per diventare lavoratori poveri….
SW: Soltanto le persone con educazione molto elevata, sia universitaria o con formazione  aziendale molto specifica possono aspirare in Germania a ottenere un alto salario e un posto sicuro. Le industrie tedesche hanno bisogno di personale molto qualificato.  Recentemente abbiamo sostenuto che bisognerebbe fare molta attenzione a dove si attinge per questi profili. Se depauperiamo i paesi del Sud Europa dei loro lavoratori più qualificati, peggioreremo la situazione sul lungo periodo.  I paesi del Sud Europa investono nella formazione di queste persone, e i benefici vanno alle industrie tedesche. Che nel frattempo non investono in formazione per i giovani localmente….
Abbiamo adesso un po’ più chiaro qual è la situazione in Germania. Quali sono le principali proposte di Die Linke per migliorare la situazione?
SW: Come dicevo all’inizio, noi vogliamo aumentare le tasse ai ricchi, e per ricchi intendiamo chi guadagna più di 1 milione di euro l’anno. Vogliamo ridurre le spese militari, ritirando le nostre truppe impiegate all’estero. E chiediamo di ridurre il nostro export di armi. Questa è una delle principali battaglie che stiamo conducendo in parlamento al momento.
E’ stato importante approvare la proposta del congresso sul fatto che i lavoratori in affitto devono avere le stesse retribuzioni degli altri lavoratori. Altrimenti si verificano delle spirali al ribasso (dumping salariale e sociale). Altrimenti i lavoratori non in affitto, che fossero espulsi dal ciclo produttivo, non avranno nessuna possibilità di trovare una nuova occupazione stabile, indebolendo nel suo complesso il fronte dei lavoratori.
Vuoi fare qualche previsione sul risultato elettorale? O meglio di no per scaramanzia?
SW: Nel 2009 ottenemmo il risultato eccezionale di 11,9%. Ora speriamo che nei sondaggi elettorali la nostra percentuale torni a crescere verso il 9%. Abbiamo imparato dalle recenti elezioni in Bassa Sassonia che i sondaggi possono avere una variabilità anche del 3% in termini assoluti. (in Bassa Sassonia la Die Linke ha totalizzato un magro 3.1% contro un 6% delle previsioni pre-elettorali). Siamo coscienti che potremmo non raggiungere la soglia di sbarramento del 5%, ma stiamo lavorando duramente perché ciò non avvenga.

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