spirito critico

PENSATOIO DI IDEE

mercoledì 18 settembre 2013

NUOVO SCONTRO M5S E LA BOLDRINI

Omofobia, seduta sospesa alla Camera. Nuovo scontro M5S-Boldrini

Iannuzzi (M5S): "Dovrebbe essere imparziale, non riesce ad esserlo". La replica: "Costante e strumentale delegittimazione". La polemica dopo che il relatore della proposta di legge Antonio Leone (Pdl) ha rassegnato le dimissioni. La frattura è tutta interna al Pdl, diviso tra liberal e conservatori, mette in discussione l'accordo trovato in maggioranza. La votazione degli emendamenti fissata alle 16

Poco prima si era dimesso il relatore della proposta di legge Antonio Leone del Pdl, lasciando come unico relatore Ivan Scalfarotto (Pd). La presidente della commissione Giustizia Donatella Ferranti (Pd), ha chiesto perciò di riconvocare il comitato dei nove e rinviare il voto del provvedimento, previsto per questa mattina, al pomeriggio. La tensione si è innescata quando il presidente Boldrini ha sospeso i lavori in Aula su richiesta di Ettore Rosato del Pd. Il deputato democratico aveva proposto di fermare la discussione per consentire al comitato dei nove di “risolvere alcuni problemi” che rimangono sul testo, che ieri ha superato le pregiudiziali di costituzionalità.
La maggioranza aveva trovato un’intesa sul testo, la cui faticosa gestazione ha suscitato polemiche da destra e da sinistra, dalle associazioni gay all’ala cattolico-conservatrice del Pdl. E uno dei punti più controversi, l’introdoxione dell’aggravante dell’omofobia nella legge Mancino, era stato inserito. Ma la frattura tutta interna al Pdl, diviso tra la componente liberal, stile Mara Carfagna, e i superconservatori alla Carlo Giovanardi, ha provocato l’impasse in aula. Ieri era stato il deputato Alessandro Pagano ad attaccare pesantemente la legge in gestazione: ”Col pretesto di tutelare le persone omosessuali da atti lesivi che tutti condanniamo, ma che sono già specificamente sanzionati dall’ordinamento, la sinistra vuole introdurre norme liberticide che puniranno col carcere la semplice manifestazione di un pensiero coerente con la famiglia tradizionale”, ha affermato. Atteggiamenti che hanno pesato sulla scelta di del relatore Leone di gettare la spugna. 
L’attacco al presidente della Camera è arrivato invece nel mezzo della discussione sulla procedura da adottare per far proseguire l’iter. Il presidente Boldrini, ha attaccato Iannuzzi, “non può intervenire per esprimere opinioni sugli interventi dei deputati, perché così influenza l’aula. Visto che il suo dovrebbe essere un ruolo super partes, la pregheremmo di astenersi, almeno in questi casi, dall’esprimere la sua opinione e commentare la posizione di un deputato. Se non si sente in grado rappresentare l’aula in modo imparziale -ha concluso Iannuzzi- è meglio che si dimetta, almeno potrà sedere al suo posto una persona più imparziale di lei”.
Poi è arrivata la precisazione dei Cinque Stelle, per bocca del deputato Francesco D’Uva: “Il collega Iannuzzi non ha chiesto le dimissioni della presidente Boldrini: le ha chiesto di garantire tutti i deputati e ha aggiunto, se non se la dovesse sentire di essere imparziale, di non esitare a dimettersi”. 
La decisione di sospendere la seduta ha suscitato la reazione delle opposizioni: Lega Nord, Fdi, Sel e M5S hanno affermato che i testi vanno portati in aula solo se c’è un accordo di maggioranza sugli emendamenti. Il Carroccio ha chiesto che il provvedimento fosse rinviato in commissione, vista la mancanza di un accordo nella maggioranza sul testo, ma l’Aula della Camera ha bocciato la proposta. A favore del rinvio hanno votato la Lega e Fratelli d’Italia. Ma anche una parte dei deputati cattolici del Pdl, che si è spaccato sul punto. Tra gli altri, hanno votato a favore Eugenia Roccella, Dorina Bianchi, Renata Polverini, Barbara Saltamartini, Maurizio Bianconi. L’inizio delle votazioni in Aula degli emendamenti alla proposta di legge sull’omofobia è stato rinviato alle 16. Contrari i deputati del Movimento 5 Stelle, che hanno definito il rinvio “inaccettabile”, ma anche Sel, M5S, Lega e Maurizio Bianconi, del Pdl.
“E’ già troppo tempo che si sospende il voto”, ha protestato il Movimento 5 Stelle. “La ricerca di un compromesso nella maggioranza è vergognosa e non rispettosa dell’Aula”.  Quattro deputati del movimento, sospesi per essere saliti sul tetto della Camera si sono presentati comunque a Montecitorio per assistere all’iter della proposta di legge, prendendo posto tra gli scranni riservati ai cittadini: si tratta di Maria Elena Spadoni, Carlo Sibilia, Massimo Artini, Alessandro Di Battista e Manlio Di Stefano.
I deputati Cinque Stelle si sono presentati a Montecitorio con garofani rosa all’occhiello, nel taschino o tra i capelli. Per ricordare, spiegano, i garofani rosa che portavano i deputati inglesi quando hanno approvato il matrimonio tra persone dello stesso sesso. E’ di buon auspicio…”.
Ma è lo scontro con la Boldrini a tenere banco prima che il voto riprenda: “Inaccettabili le offese e gl insulti alla presidente Boldrini da parte dei 5 stelle. A Laura Boldrini tutto il nostro sostegno”, scrive il capogruppo del Pd alla Camera, Roberto Speranza, su twitter.  Mentre il capogruppo di Scelta civica Lorenzo Dellai parla di “vergognose affermazioni nei confronti suoi e dell’intera Aula di Montecitorio”.
Dopo la nota del presidente della Camera, il Movimento Cinque Stelle è tornato alla carica con Alessandro Di Battista, che su Facebook scrive: “La Presidente Boldrini, mi piange ilcuore a dirlo, appare sempre più inadeguataincompetentenervosa, di parte (riascoltate le sue parole quando mi sono ‘permesso’ di criticare il Pd e di chiedere che i ladri fossero sbattuti fuori dal Parlamento) e arrogante”.




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