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giovedì 23 gennaio 2014

IL DRAMMA DEL LAVORO IN EUROPA, OGGI CONFERMATI I DATI NEGATIVI ANCHE DA DRAGHI


Il dramma dei giovani Ue senza lavoro.
Sono cinque milioni e mezzo

In totale, i disoccupati nell'Unione sono quasi 27 milioni di persone, ovvero quasi l'undici per cento dei cittadini europei in età lavorativa, e una cifra che grosso modo equivale agli abitanti di Olanda Belgio e Lussemburgo sommati


BERLINO - La disoccupazione, soprattutto giovanile, è il dramma sociale che pesa sull'Unione europea, anche in questo anno nuovo. Lo dice uno studio della Commissione europea, di cui riferisce stamane il quotidiano liberalconservatore Die Welt. Quasi un quarto dei giovani nei paesi membri - cioè cittadini della Ue in età tra i 15 e i 24 anni - sono senza lavoro, per l'esattezza il 24,2 per cento. Mentre quattro anni fa la percentuale era solo del 15 per cento.

Si tratta di 5,5 milioni di persone, un numero pari a più degli abitanti di Roma o di Berlino, secondo dati del secondo trimestre dell'anno scorso. In totale, i disoccupati nell'Unione sono quasi 27 milioni di persone, ovvero quasi l'undici per cento dei cittadini europei in età lavorativa, e una cifra che grosso modo equivale agli abitanti di Olanda Belgio e Lussemburgo sommati. E quasi il cinque per cento cioè 11,2 milioni di persone sono stati o sono senza lavoro per un periodo superiori ai dodici mesi. Dal 2008 cioè il numero delle persone disoccupate da lungo periodo è più o meno raddoppiato. Le cifre più drammatiche riguardano l'Europa meridionale: in Grecia sono quasi il 28 per cento, in Spagna il 27 per cento. Nei paesi in crisi, tra l'altro, il taglio di molti posti nel settore pubblico ha un ruolo importante in questa inquietante crescita della disoccupazione giovanile.

Inoltre, sottolinea lo studio di Bruxelles, anche chi trova un lavoro non riesce a guadagnare abbastanza per sfuggire al pericolo
della povertà. Ciò accade soprattutto a causa del dilagare dei lavori part-time o precari e dei minijobs sottopagati. I posti di lavoro part-time sono aumentati del 6,4 per cento dal 2008 a oggi, mentre gli impeghi a tempo pieno sono calati del 4,6 per cento. Secondo il commissario europeo agli Affari sociali, Làszlò Andor, "purtroppo non è più vero che un posto di lavoro garantisca automaticamente un tenore di vita dignitoso, per cui dobbiamo concentrarci non soltanto sull'esigenza di creare nuovi posti di lavoro, bensì dedicare attenzione anche alla qualità degli impieghi offerti".

fonte: www.repubblica.it 

(    22 gennaio 2014

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