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sabato 25 gennaio 2014

1.243 IMMOBILI, ZERO TASSE- L’EVASIONE TOTALE DELL’EX FIDANZATA DI TABACCI, QUELLO CHE IN TV PARLA DI EVASIONE FISCALE

1.243 IMMOBILI, ZERO TASSE- L’EVASIONE TOTALE DELL’EX FIDANZATA DEL “COMPAGNO TABACCI, QUELLO CHE IN TV PARLA DI EVASIONE FISCALE
FISCO E PALAZZI



Proprietaria di 1.243 immobili non paga le tasse.Angiola Armellini, figlia del costruttore, è indagata per aver nascosto all’erario più di 2,1 miliardi.
Dai salotti del «generone» romano alle indagini della Procura della Repubblica, dai fasti dell’attico e superattico a due passi dal Vaticano alle perquisizioni della Finanza. Sono 1.243 gli immobili che Angiola Armellini, figlia del costruttore Renato, il geometra diventato ricco grazie ai 90 mila metri cubi di cemento sparsi sulla Capitale, avrebbe «nascosto» all’erario. I fabbricati, quasi tutti nel Comune di Roma (1239 compresi tre alberghi) costituiscono un patrimonio che, insieme al denaro, ammonterebbe a 2,1 miliardi di euro.
ICI AL COMUNE - Il pm Paolo Ielo ha iscritto la Armellini nel registro degli indagati insieme a 11 presunti complici tra prestanome e commercialisti. Alla figlia del costruttore sono contestati l’associazione per delinquere, l’omessa dichiarazione dei redditi e la dichiarazione infedele,. Del primo di questi reati sono accusati anche i commercialisti. A conti fatti, sarebbe di 190 milioni la base imponibile su cui calcolare le imposte evase. E anche il Campidoglio reclama l’Ici quasi mai pagata: il debito sarebbe di 3,5 milioni per due anni, una cifra che moltiplicata per cinque (più in là nel tempo scatta la prescrizione) fa 17 milioni.
SOCIETA’ IN LUSSEMBURGO - L’indagine, ha spiegato il colonnello Paolo Borrelli, comandante del II Gruppo verifiche del Nucleo tributario, è durata un anno e mezzo. Gli investigatori hanno scoperto che i fabbricati della Armellini erano stati intestati, ma solo sulla carta, a una ventina di «società di diritto estero con sede legale in Lussemburgo». Società che pagava la figlia dell’imprenditore come consulente e alle quali erano riferibili anche i suoi conti correnti, aperti in Svizzera e a Montecarlo. Al vertice dell’impero di mattoni e denaro c’erano due trust con sede alle Bahamas e nell’isola di Jersey fino al 2006-2007 , poi trasferiti in Nuova Zelanda.
RESIDENZA A MONTECARLO -Ed è stata finta, secondo le Fiamme gialle, anche lo spostamento della residenza a Montecarlo dal ‘99 al 2010: in realtà la Armellini, così come non avrebbe mai dismesso la proprietà e la gestione degli immobili, non avrebbe mai abitato altrove che a Roma, prima in una villa all’Eur e da circa cinque anni in un attico e superattico nella zona di Borgo Pio. Un appartamento di gran lusso accatastato come ufficio e intestato una delle società lussemburghesi.
SCUDO FISCALE - Nel 2009 la figlia del costruttore ha tentato di scudare cento milioni, operazione non riuscita perché – sostiene l’accusa – non c’erano i requisiti. Qualche settimana fa però la Armellini ha ritrasferito in Italia 15 società estere e ha chiuso le altre.
ACCORDO CON IL CAMPIDOGLIO - I numeri dell’operazione «All Blacks» – il nome scelto dalla Finanza fa riferimento alla fortissima squadra di rugby neozelandese – sono emersi in occasione della firma del protocollo di intesa tra il Campidoglio e il comando provinciale delle Fiamme gialle per contrastare l’illegalità economico-finanziaria. In particolare, è stato siglato un accordo con l’assessorato alle Politiche abitative in base a cui le Fiamme gialle avvieranno una serie di controlli sulle case popolari. dal 2003 l’imprenditrice avrebbe trasferito all’estero più di 2,1 miliardi di euro, in modo da nasconderli al fisco.
GUAI IN FAMIGLIA - Nella famiglia Armellini i guai, giudiziari e non, non sono mai mancati. Il capostipite Renato, figlio di un muratore marchigiano emigrato a Roma , nel ‘77 fu arrestato per bancarotta fraudolenta. Tre anni dopo fu rapito da una banda di calabresi e quella sera Angiola sfuggì per un soffio ai banditi. Nel’ 91 piombò sulla famiglia un’inchiesta per un’evasione fiscale da 500 miliardi di lire: sotto accusa proprio Angiola, assieme al padre e alla sorella Francesca. E negli stessi anni, insieme al marito Angelo Mei, Angiola fu coinvolta in un’altra inchiesta sulla sparizione di 200 miliardi di lire e sul crac della società Fincom, di proprietà di Renato. Il nome di Mei è rispuntato, a matrimonio ormai finito, a marzo 2013, stavolta per il crac da 10 milioni della Abc Industria.

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