Basilicata e Industria: " La Politica non ci Aiuta "
E’ spiacevole constatare
quanta indifferenza ci sia, in una Regione che introita annualmente milioni di
Euro con le concessione sulle Estrazioni Petrolifere e di Gas quale è la
Basilicata, dinanzi al grido di allarme delle Imprese che operano sul
territorio e dei loro Lavoratori che cercano disperatamente in tutti i modi di
esternare ed enfatizzare le notevoli difficoltà che quotidianamente si trovano
ad affrontare sul mercato Globale in cui quotidianamente ci si trova ad operare
senza avere quegli strumenti necessari per competere adeguatamente. Il caso
dell’Azienda in cui lavoro, in questo senso, è emblematico in quanto fa
emergere tutte quelle carenze territoriali e strutturali difficili da accettare
in una Regione che tanto potrebbe fare per il tessuto Industriale e che invece
non fa. Facile in questo caso parlare dell’assenza di infrastrutture di
collegamento per il trasporto delle merci, il cui esempio lampante potrebbe
sicuramente essere l’Interporto di Tito, sempre promesso e mai Realizzato,
oltre che l’espansione della Rete Ferroviaria Merci mai presa seriamente in
considerazione. Dall’altro lato una politica Energetica che potrebbe essere il
trampolino di lancio per l’Industria in Lucania e che potrebbe attirare quegli
Investimenti in Loco tanto agognati, che però non sono mai divenuti seriamente
una Priorità per la Classe Politica Regionale. E’da mesi che l’Azienda in cui
io lavoro e in cui sono Rappresentante
Sindacale, la Vibac S.P.A, considerata da tutti la Fiat della Val d’Agri oltre
che tra le prime tre leader mondiali della produzione di materiali per
confezionamento Alimentare in polipropilene, cerca di sollecitare l’intervento
delle Istituzioni Regionali, coadiuvata dalle Associazioni Sindacali sia
Aziendali che Territoriali, rimarcando la necessità di un intervento
Istituzionale soprattutto nel settore Energia, per farlo divenire il fattore
trainante della competitività delle Aziende che operano sul Territorio Lucano,
e, nel settore Trasporto Merci che purtroppo, attualmente, rappresenta per le Aziende un costo enorme a
seguito della completa mancanza di Infrastrutture adeguate e moderne,
accentuate da una poco felice
localizzazione territoriale . Questo per un primo intervento urgente che
miri al recupero di quel minimo di competitività a livello Internazionale che
permetta la sopravvivenza e la permanenza sul territorio di questa Azienda che
vuol credere e dare fiducia, in controtendenza rispetto a quanto sta oggi
avvenendo, alla produzione sul
territorio Italiano cercando di non farsi allettare dagli inviti e dagli
Incentivi che vengono messi in Campo Costantemente dalle Nazioni Emergenti sia
Europee che Extraeuropee. La domanda che
ci poniamo attoniti in questo scenario e che, a nostra volta, vorremmo porre
direttamente agli Amministratori Regionali è questa:
“ è mai possibile che in una
Regione che ha enormi entrate a seguito delle concessioni per le Estrazioni di
Petrolio e Gas, non si riesca a mettere in campo una politica incisiva
soprattutto in campo energetico che miri ad aiutare e a determinare costi di
Produzione in linea o migliori di quelli che il mercato Globale esige
soprattutto per quelle Aziende che hanno consumi Energetici ragguardevoli e che
incidono in maniera determinante sui Costi di Produzione? “.
Questo lo si chiede alla
luce, ad esempio, di come in questa Regione viene gestita l’elargizione da
parte delle Società Petrolifere operanti sul territorio, per quanto riguarda il
7 % del Gas che viene riconosciuto sul totale del Gas Estratto . La Basilicata
incamera questo 7% di Gas che fa diventare denaro contante vendendolo nella
Borsa dell’Energia attraverso l’intervento delle stesse Compagnie Petrolifere
che glie lo cedono, dando in questo modo alle stesse Compagnie Petrolifere la
possibilità di poter introitare ulteriori profitti. Perché allora far diventare
denaro contante questo Gas quando lo si potrebbe cedere direttamente, a prezzi
competitivi, a quelle Aziende che ne fanno un uso ingente per la Produzione o per la
Cogenerazione Elettrica, chiedendo magari delle modifiche alle Normative
Nazionali che legiferano in tal senso?
Questo è solo una delle
discussione che potrebbero essere oggetto di confronto in un ipotetico tavolo
di trattativa Regionale, ma gli interventi
che si potrebbero fare e mettere in campo sarebbero tantissimi se solamente ci
fosse un minimo di interesse nel valutarli e svilupparli. Dinanzi a queste
richieste di aiuto e di intervento le Istituzioni non possono più rimanere alla
finestra a guardare un tessuto produttivo che si sta volatilizzando o
pretendere di intervenire per rimediare in extremis a situazioni che non si
sono valutate a tempo, così come avvenuto negli ultimi anni per tantissime
Aziende che addirittura hanno delocalizzato pur presentando Bilanci in Attivo
(vedi Daramic ). E’ arrivata l’ora di scendere direttamente in campo con
proposte concrete e fattibili per salvare il Salvabile acquisendo
consapevolezza e soprattutto prendendo atto che alla collettività costa di più,
nel medio periodo, sostenere tanti
lavoratori che perdono il proprio posto di Lavoro piuttosto che aiutare
finanziariamente le Aziende nel mantenere i posti di Lavoro o crearli.
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