Presidente della Repubblica: i nomi a 5S che
Bersani non può rifiutare.
Il Movimento 5 Stelle ha offerto
ieri alla politica italiana la chiave per una svolta che eviti al Paese il
baratro e dia inizio alla ricostruzione. Nessuno, questa volta, potrà accusare
il movimento di Grillo e Casaleggio di essere solo “distruttivo”. I dieci nomi usciti online sono in schiacciante maggioranza adamantini nel loro essersi costantemente
opposti al regime di Berlusconi che calpestava la Costituzione repubblicana e nell’essersi sottratti alle
lusinghe dell’inciucio, anche quando inzuccherate di Alti Richiami al senso di
responsabilità, autentica intimidatoria sequenza di Immoral Suasion per connubi
contro natura tra “homo democraticus” e Caimano.
Perciò l’Italia tra una settimana può
davvero voltare pagina, uscire dall’incubo del quasi ventennio di regresso e di
macerie, cominciare una faticosa ma finalmente possibile rinascita. Morale,
economica, culturale, sociale, istituzionale. Ambiti indissolubilmente
intrecciati, cui solo un Presidenteintransigente nella fedeltà all’ethos repubblicano di giustizia e libertà
può fornire l’orizzonte per l’improcrastinabile “nuovo inizio”. Basterà che il Pd metta da parte egoismi fratricidi, interessi di Casta, subalternità allo
sbraitare berlusconiano. E che il M5S resti coerente con la splendida capacità
propositiva appena dimostrata.
Ci sono nomi talmente inattaccabili sotto
ogni profilo etico e politico, tra quelli “nominati” dal M5S, che un rifiuto
del Pd di votarli risulterebbe indecente fino all’incomprensibile: uno schiaffo
ai propri elettori, oltretutto, vista la popolarità di cui godono nella base di
Pd e Sel uno Zagrebelsky o unRodotà o un Caselli. Un Pd che potendo portarli al Quirinale, preferisse “amorosi sensi” con
Berlusconi per avere sul Colle più alto un D’Alema-Amato-Marini-ecc. di
garanzia per il Caimano, firmerebbe il proprio suicidio, letteralmente “a furor
di popolo”.
Per il M5S coerenza significa invece non “impiccarsi” al nome che vincerà
il ballottaggio: farne una bandiera per le prime tre votazioni, non un boa constrictor per
le successive. L’Altra Italia di un’Altra Politica è a portata di mano, ma
Berlusconi continua a far ululare folle prezzolate sulla solfa “anche noi al
governo o elezioni a giugno” come fosse ancora il padrone del paese, sicuro di
un potere di intimidazione che le reiterate aperture di Bersani per un “nome condiviso” alimentano. Ma il Presidente deve garantire i
cittadini uniti dai valori della Costituzione, non i suoi affossatori a rota di
impunità. Pd e M5S facciano la volontà dei propri elettori: un Presidente
contro l’inciucio.
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