spirito critico

PENSATOIO DI IDEE

mercoledì 23 ottobre 2013

BRUNETTA ATTACCA GRASSO

Decadenza Berlusconi, il Pdl si divide
Brunetta attacca Grasso: “E’ fazioso”







Il presidente dei deputati del Popolo delle Libertà: le sue frasi di parte, cerchi di fare rispettare le regole



«Le dichiarazioni del presidente del Senato, Pietro Grasso, sul voto segreto o palese non sono da presidente del Senato, ma da uomo di parte, anzi di fazione». L’attacco arriva da Renato Brunetta. Il presidente dei deputati Pdl aggiunge che «ritenere, come dice Grasso, che i senatori col voto segreto possano rispondere a “interessi diversi” dalla coscienza è una insinuazione gravissima, che va contro il ruolo di garante della dignità dei parlamentari».«Ricordo all’ex procuratore Grasso una frase di Falcone “il sospetto è l’anticamera della calunnia”. Cerchi - conclude - di far valere le regole, il presidente Grasso, invece che inventarne di nuove ad uso delle sue attitudini inquisitorie». 
Ad alimentare le critiche verso il presidente del Senato è anche Renato Schifani. «È molto grave che il Grasso ipotizzi il voto palese, essendo il Regolamento sul punto chiaro ed inequivocabile. Un’eventuale interpretazione diversa in Giunta per il Regolamento, a colpi di maggioranza, sarebbe inaccettabile e noi ci opporremmo strenuamente ad una simile forzatura. Sospettare, poi, che attraverso il voto segreto i senatori possano perseguire interessi diversi rispetto alla propria coscienza è incredibile, e ci auguriamo che si sia trattato di un malaugurato fraintendimento. Un chiarimento sarebbe quantomeno opportuno».
LUPI: “LA DECADENZA NON È LA FINE DEL VENTENNIO”  
All’interno del Pdl è scontro. «La crisi di governo è una pagina chiusa, archiviata. Tre settimane fa si è votata una fiducia al governo Letta e con quel voto si è preso un impegno chiaro: attuare il programma e lavorare fino al marzo 2015. Solo in quel momento faremo una verifica insieme e tireremo le somme». Così il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, in un’intervista ad Avvenire, in cui osserva: «L’equazione decadenza-crisi non c’è più. Ma per altri la legge Severino non sarebbe stata applicata. O comunque non sarebbe stata applicata così. Con Berlusconi - insiste - si stanno usando metodi mai usati nella storia di questo Parlamento». Decadenza vuol dire fine di un ventennio? «No - risponde Lupi - il tema di una leadership non è mai assegnata da un seggio o da un ruolo. Sono gli elettori a scegliere. È il Paese a decidere. E il Paese è ancora con Berlusconi». Lupi va avanti e assolve il lavoro pro governo di Alfano: «Non ha pugnalato alle spalle nessuno. Alfano (e con lui noi ministri del Pdl) ha evitato che Berlusconi commettesse un errore che lo avrebbe marginalizzato. Una crisi di governo sarebbe stata un tradimento alla nostra storia e avrebbe portato il Pdl su posizioni estremiste che non appartengono alla mia cultura politica, ma soprattutto a quella di Berlusconi». E sul fronte Pdl sottolinea: «Berlusconi e Alfano hanno un dovere: lavorare per un Pdl più forte. È folle l’ipotesi di una scissione, di uno smembramento, di una divisione. Sarebbe solo la sconfitta dell’area moderata e del progetto politico di Berlusconi». Per Lupi «la prima sfida è unire, e allora via gli equivoci: l’obiettivo non è un centrino e nemmeno un centrone. Non è un partito con Casini e Mauro. È un Pdl dove possano trovare spazio sensibilità diverse. In un grande partito anche la sensibilità di Daniela Santanché può essere un valore, ma quella sensibilità non può diventare la linea politica».  
«Rispetto l’opinione di Lupi ma non la condivido». Così Mariastella Gelmini, Pdl, intervistata a Omnibus su La7 commenta le dichiarazioni del ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, secondo cui «l’equazione decadenza Berlusconi-crisi non esiste più». «Espellere dal Parlamento una rappresentanza politica e con lui milioni di italiani che hanno votato Berlusconi senza avere nemmeno concesso un ricorso alla corte Costituzionale o alla Corte europea per verificare l’applicabilità e la legittimità costituzionale della Legge Severino - dice Gelmini - credo sia un fatto gravissimo e lacerante per i rapporti interni alla maggioranza». Aprirete una crisi? «Non sta a me annunciarlo - replica l’ex ministro - ma non si può liquidare questo tema come un fatto personale di Berlusconi: è un fatto politico e molto rilevante».   


























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