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PENSATOIO DI IDEE

lunedì 28 ottobre 2013

LA PROPOSTA ELETTORALE DEL M5S

Legge elettorale: la proposta del Movimento 5 Stelle



Legge elettorale del M5S














La Legge Elettorale proposta dal Movimento Cinque Stelle ha già incassato il voto unanime dei componenti delle commissioni Affari istituzionali di Camera e Senato, e nonostante debba ancora essere approvata dall’assemblea plenaria degli onorevoli stellati, e poi sottoposta al giudizio della Rete, dovrebbe mantenere intatti i seguenti punti chiave: il testo base prevede un proporzionale con correttivi maggioritari e possibilità di preferenze, nessuna possibilità, invece, di coalizzarsi e uno sbarramento fissato all’1 o al 2% a livello nazionale.
Il testo della legge che verrà proposta dal Movimento di Beppe Grillo non è quindi ancora definitivo e i parlamentari cinquestelle ci stanno ancora lavorando. Ill deputato pentastellato che ha coordinato il lavoro, Danilo Toninelli, ha spiegato ai cronisti: “Il testo base prevede un proporzionale con circoscrizioni elettorali molto piccole, delle dimensioni, per capirci, delle attuali Province, nell’ambito delle quali attribuire i seggi. Per il Senato stiamo studiando qualche correttivo, ma sono questioni tecniche in via di risoluzione“.
In questo modo – spiega Toninelli – il correttivo in senso maggioritario sarebbe insito nella legge, perché in collegi dove vengono eletti quattro o cinque deputati è automatico che vengano conquistati unicamente dai due o tre partiti dalle percentuali più alte“. E mentre ancora non sembra esserci alcun accordo tra Pd e Pdl, circa l’alternativa al Porcellum, Toninelli critica la bozza proposta da Luciano Violante.
La bozza proposta da Luciano Violante non supera il vero problema di costituzionalità, rappresentato dall’abnome premio di maggioranza. Con il ballottaggio eventuale tra i primi due, poi, ci vogliono penalizzare dal punto di vista della rappresentanza parlamentare“. Continua infatti Toninelli: “La ripartizione dei seggi non avverrebbe più con il metodo dei quozienti più alti, ma con il sistema d’hondt, un meccanismo che anche in questo caso tende a favorire i partiti maggiori“.
Nessun premio di maggioranza, nessuna indicazione del candidato premier e uno sbarramento minimo a livello nazionale completano la bozza. “La piccola soglia minima che fisseremo, all’1 o al 2%, mira a ridurre il più possibile la frammentazione dei partiti. Anche se, con i collegi così piccoli, i partiti minori come Sel e Lega saranno costretti ad una vera e propria fusione con i possibili alleati, perché non sarà consentito coalizzarsi, sulla scheda non ci potranno essere simboli fra loro collegati“.

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