Diritti tv, Coppi: “Chiederemo l’affidamento ai servizi sociali per Berlusconi”
Il legale del Cavaliere ha rivelato in un'intervista all'agenzia giornalistica Ansa che entro la fine della settimana prossima verrà depositata la richiesta. Ha poi precisato che l'istanza dovrebbe contenere "indicazioni di massima"
”Se non ci sono cambi di indirizzo, entro la prossima settimana depositeremo la richiesta per un eventuale affidamento in prova ai servizi sociali per Silvio Berlusconi”. Lo ha detto all’ANSA il prof. Franco Coppi, uno dei difensori dell’ex premier condannato definitivamente a quattro anni di reclusione, tre dei quali coperti da indulto, per il caso Mediaset. Il legale, ha precisato che l’istanza dovrebbe contenere “indicazioni di massima” per l’eventuale affidamento. La dichiarazione arriva poche ore dopo la decisione della Giunta per le elezioni di approvare la decadenza di Silvio Berlusconi. Il prossimo passo prevede il voto finale in Aula al Senato. “La democrazia di un Paese”, ha commentato Silvio Berlusconi, “si misura dal rispetto dalle norme fondamentali poste a tutela di ogni cittadino. Violando i principi della Convenzione Europea e della Corte Costituzionale sulla imparzialità dell’organo decidente e sulla irretroattività delle norme penali oggi sono venuti meno i principi basilari di uno stato di diritto”.
La deadline del 15 ottobre è alle porte. Se per quella data Silvio Berlusconi non avrà presentato domanda di affidamento ai servizi sociali arriverà la notifica degli arresti domiciliari. Il Cavaliere è rimasto a Roma anche oggi e, a quanto si apprende da fonti del Popolo della libertà, dopo aver parlato di questo nodo giudiziario con gli avvocati (Franco Coppi in particolare) e i figli, sarebbe intenzionato a optare per l’affidamento ai servizi sociali. La richiesta dovrebbe essere presentata la prossima settimana a Milano. L’ex premier sarebbe arrivato a questa scelta non senza travaglio, dopo aver valutato attentamente tutti i pro e i contro. Da una parte, infatti, considerava una simile richiesta un’implicita accettazione della condanna. Dall’altra, i domiciliari, per quanto nella dorata residenza di Arcore (è qui, nel caso, che sceglierebbe di stare), avrebbero comportato una serie di restrizioni, soprattutto per chi vuole continuare a fare il leader del centrodestra e, dunque, tenere riunioni e incontri. Dai domiciliari il presidente di Forza italia, infatti, potrebbe vedere solo chi abita ad Arcore e pure i cinque figli (che sono residenti altrove) dovrebbero far domanda al giudice ogni volta che vogliono andare a trovarlo. Per tutte queste ragioni, raccontano, Berlusconi avrebbe preferito l’affido ai servizi sociali, anche se non viene dato affatto per scontato che gli vengano concessi, perché ormai dalla magistratura si aspetta di tutto. Con l’affido il Cavaliere sarebbe libero di continuare a fare la vita di prima e, se la situazione politica lo richiedesse, potrebbe anche decidere di utilizzarli come vetrina mediatica e arma elettorale.
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