spirito critico

PENSATOIO DI IDEE

mercoledì 2 ottobre 2013

L'IVA E' AUMENTATA

Da oggi scatta l’aumento dell’Iva ordinaria dal 21 al 22%





La prima conseguenza reale della crisi politica aperta la scorsa settimana da Silvio Berlusconi si misura così nei supermercati, nei negozi. Con l’aumento dell’Iva dal 21 al 22% scatterà una raffica di rincari e, anche se i beni di prima necessità, come pane, carne, pesce e latte, non sono soggetti all’aumento, ne potrebbero subire gli effetti a causa dei maggiori costi di trasporto. L’Iva aumenterà  per le automobili, gli accessori auto, i pezzi di ricambio. E costerà di più anche la manutenzione e la riparazione dell’auto. Costeranno di più abbigliamento, calzature, pelletteria, biancheria per la casa, frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie e piccoli elettrodomestici, detersivi, televisori, radio, hi-fi, computer e prodotti di cancelleria.  La stretta riguarderà anche estetista, barbiere e parrucchiere, lavanderia e tintoria, gioielli e bigiotteria.

Alcuni grandi gruppi (Ikea) assorbiranno l’aumento dell’imposta senza effetti sui prezzi. L’aliquota che passa dal 21 al 22% è quella ordinaria che si applica ai beni e i servizi che non rientrano nell’aliquota ridotta al 10% o in quella super ridotta al 4% riservata a pane fresco, burro, latte, frutta e ortaggi e altri alimenti di prima necessità. E quello che scatta oggi sarà il secondo rialzo di un punto nel giro di due anni: l’aliquota era già salita dal 20 al 21% dal 17 settembre 2011. Diventeranno più cari vino, birra, succhi di frutta e alimenti pregiati come i tartufi. Anche il prezzo della benzina salirà per effetto dell’aumento dell’imposta.

Secondo la Cgia di Mestre, l’aumento dell’Iva dal 21 al 22% deprimerà ancor più i consumi delle famiglie che anche per l’anno in corso sono destinati a subire una contrazione del 3% circa. Le voci che subiranno i rincari maggiori ci sono i trasporti, carburanti in primis, con un aggravio medio di 39 euro. Altri 20 euro aggiuntivi graveranno sulla spesa per l’abbigliamento e le calzature e altri 17 euro per l’acquisto della mobilia e degli elettrodomestici. Per l’associazione l’aumento colpirà di più le famiglie numerose e più povere. Per i single l’aggravio potrà arrivare fino a 99 euro e per un lavoratore dipendente con moglie e figli a carico fino a 120 euro. Si allargherà anche il divario con gli altri principali paesi europei: 2,4 punti in più rispetto alla Francia e addirittura 3 punti percentuali in più rispetto alla Germania.

Secondo Confcommercio l’incremento dell’Iva andrà a incidere negativamente sulle spese natalizie e, in una situazione in cui l’inflazione e’ sotto controllo, determinerà un aumento dei prezzi tra ottobre e novembre dello 0,4%. Il Codacons, che stima una stangata per le famiglie fino a 349 euro l’anno e un calo dei consumi del 3% su base annua. Secondo Adusbef e Federconsumatori, la stangata andrà dai 207 a 260 euro l’anno (62 euro solo per l’ultimo trimestre ottobre – dicembre. Alcuni grandi gruppi, come ha fatto in comunicato Ikea, hanno però già annunciato che assorbiranno l’aumento dell’imposta senza effetti sui prezzi.



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