spirito critico

PENSATOIO DI IDEE

martedì 10 dicembre 2013

Dalla riforma della legge elettorale al pressing di Renzi sul premier Letta.

Letta offre a Renzi patto su riforme, sindaco chiede garanzie


Premier assicura: Sono bipolarista.Segretario: Verifica a gennaio





Roma, 9 dic. (TMNews) - Il punto centrale del colloquio sono state le riforme, quella della legge elettorale e quelle istituzionali, e su questo si gioca il possibile patto tra Enrico Letta e Matteo Renzi. Il neo-segretario del Pd è andato subito a palazzo Chigi, come primo atto, per cercare di preparare la fiducia di mercoledì prossimo e provare a fissare dei paletti. In realtà, il discorso era stato già istruito la scorsa settimana, via telefono, e oggi i due sono tornati sui termini di quel possibile accordo, ufficialmente smentito qualche giorno fa da Letta ma in realtà davvero in via di definizione. Il sindaco in pubblico ha dato segnali rassicuranti al premier ("Togliere la fiducia al governo non è all'ordine del giorno") e in privato ha chiesto di approfondire il ragionamento sulle riforme proposto da Letta, cosa che avverà domani via telefono visto che il premier è partito stasera per il Sudafrica. In buona sostanza, spiegano, Renzi ha voluto garanzie sul bipolarismo, ha fatto capire a Letta che i tre milioni delle primarie hanno votato per una legge elettorale di impianto maggioritario e che se su questo punto non arrivassero segnali, il Pd andrebbe avanti sulla sua linea vedendo chi ci sta.

Proprio questo è lo scenario che Letta vuole evitare: il premier sa bene che la sentenza della Consulta ha di fatto spazzato via l'ipotesi di un voto nella prossima primavera, ma è anche consapevole del fatto che Renzi non resterebbe a guardare se sospettasse manovre neocentriste sulla legge elettorale. Ecco perché, raccontano, il premier ha insistito innanzitutto su un punto: il bipolarismo è un patrimonio comune e un obiettivo di entrambi, su questo nessun dubbio. Letta, però, avrebbe anche avvertito Renzi che il discorso va condotto innanzitutto dentro la maggioranza, dando assicurazione che si possa arrivare ad un "accordo serio" anche con Angelino Alfano. L'importante, è stato il ragionamento del premier, è darci tutti un programma di lavoro che ci permetta di affrontare le scadenze che abbiamo davanti, a cominciare dal semestre italiano di presidenza Ue. Inosmma, in altre parole, in cambio di un patto chiaro fino al 2015 Letta è pronto a mettere sul tavolo un programma di riforme che leghi la modifica della legge elettorale in senso bipolarista ad alcune mirate correzioni della Costituzione, come indicato anche da Giorgio Napolitano: riduzione dei parlamentari, senato federale. Del resto, tra gli uomini di Letta c'è la convinzione che Renzi non abbia molte alternative: "Un patto con Berlusconi e Grillo è da escludere, non può permetterselo".

Ovviamente, spiegano fonti vicine a Letta, "è chiaro che Matteo ha bisogno di portare a casa qualche risultato subito, non può permettersi di prendere il 25% alle europee, la sua prima prova da segretario. Si farà in modo di dargli il 'trofeo' della legge elettorale prima del voto per il Parlamento europeo, un grande traino in campagna elettorale". Soprattutto, un'ottima assicurazione sul fatto che non venga disegnato a tavolino uno scenario di larghe intese a vita. Il percorso concordato prevede allora che Letta esponga il suo programma mercoledì per la fiducia e che, su quella base si inizi a lavorare e si vada ad una 'verifica' a gennaio. Di fatto, il "patto alla tedesca" anticipato da Renzi la scorsa settimana.


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