spirito critico

PENSATOIO DI IDEE

giovedì 19 dicembre 2013

Denis Verdini telefona a Renzi: “O Matteo, io e te ci si deve parlare”. Inizia la trattativa sulla legge elettorale

GOVERNO: VERTICE MAGGIORANZA CON BERLUSCONI
(Alessandro De Angelis)








 È con una telefonata che si aperta la trattativa: “O Matteo, io e te ci si deve parlare”. A far squillare il cellulare di Renzi è Denis Verdini, unico titolare del dossier per Silvio Berlusconi. Né Brunetta né altri. E non solo per questioni di competenza tecnica in materia di numeri e collegi. È un mandato politico quello affidato dal Cavaliere a Verdini. Parlare con Denis è come parlare con Berlusconi in materia. E ora si fa sul serio. Fuori i secondi. Perché Verdini ha una antica consuetudine proprio con Renzi, senza passare per gli ambasciatori. I due si conoscono, si capiscono al volo, stessa furbizia toscana e stesse maniere sbrigative. E non è affatto un caso che, al primo contatto, sia stata considerata implicita una regola di ingaggio che la dice lunga sulla serietà della trattativa: nessun incontro pubblico tra i due. E nessun incontro pubblico tra Renzi e Berlusconi che verrebbe letto come un “bacio della morte”. Si parla nell’ombra, lontano da occhi indiscreti: “Non sono le Camere – dice una fonte azzurra – né le telecamere il luogo dell’accordo”.

E prima di tutto c’è da capire la possibilità che la manovra spericolata abbia successo. È già chiara la condizione posta da Berlusconi. E cioè che un patto sulla legge elettorale avrebbe come esito naturale la fine del governo e un election day per le europee. Né Verdini ha avuto la sensazione che la parola “voto” scandalizzi più di tanto Matteo. Ma paradossalmente – ma non troppo – non è ciò che attiene alla volontà, come le urne, a preoccupare. Ma è altro.

Ecco perché al quartier generale berlusconiano è stata letta con molto scetticismo la dichiarazione di Valerio Onida, durante il seminario di Astrid, sulle motivazioni della Corte che non arriveranno prima del 14 gennaio. Un tempo lunghissimo. A pensar male ci si indovina, anche se si fa peccato. È come se la Corte, in tal modo, si stesse garantendo un secondo tempo per bocciare, attraverso le motivazioni sulla bocciatura del Porcellum, un accordo tra i partiti: “A dicembre – prosegue la fonte autorevole – hanno bocciato il Porcellum. Ora stanno dicendo a Renzi: se fai l’accordo con Berlusconi, attraverso le motivazioni lo smontiamo”. Il sospetto cioè, avvalorato dall’uscita durissima del Quirinale di qualche giorno fa, è che la Corte voglia proteggere il governo. E per proteggerlo l’unica legge possibile è una legge gradita a Letta e Alfano. Già lo “spagnolo”, la best option di Berlusconi, secondo molti sarebbe ad alto rischio di diventare impraticabile dopo le motivazioni della Corte.

E allora calma, tanta calma. Berlusconi ha chiesto, prima ancora di questo o quel modello di non “bruciare la trattativa”. Anzi di agevolarla, esplorando tutte le ipotesi. E di verificare nei prossimi contatti tra Verdini e Renzi se Matteo vuole davvero far saltare il governo o è un gioco tattico. E se davvero Matteo ha coraggio per affrontare l’Armageddon: “Napolitano – prosegue la fonte vicina al Cavaliere – dice che si dimette se va in crisi il governo e quindi se si fa una legge che non salva Alfano. Noi siamo pronti, anzi magari se ne andasse. Ma Renzi regge?”. Chissà. È certo che Angelino è già diventato oggetto dello sfottò toscano. Ormai viene chiamato “Al-fini”. Non è un buon auspicio. Almeno per lui.

Fonte: http://www.huffingtonpost.it/2013/12/19/denis-verdini-telefonata-matteo-renzi-_n_4473049.html?1387465811&utm_hp_ref=italy

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