spirito critico

PENSATOIO DI IDEE

giovedì 3 ottobre 2013

LA SCONFITTA DELLA POLITICA E IL RITORNO ALLE URNE

Annunziata: larghe intese senza consenso, meglio le urne.
Scritto il 03/10/13


Meglio tornare a votare, piuttosto che rassegnarsi alle “larghe intese” costruite da una casta parlamentare ignorando la volontà dei cittadini.
E’ il giudizio che un’opinion leader del mainstream come Lucia Annunziata formula dopo la patetica farsa di Berlusconi, costretto da mezzo Pdl in rivolta a rimangiarsi la parola e piegarsi a Letta e Napolitano per tenere in piedi il governo-fantasma che tanto piace a Bruxelles e Berlino.
«Senza molto agitarsi e senza grande sfoggio di muscoli», Letta e Alfano sono riusciti a rendere Berlusconi irrilevante in Parlamento. Ottenere la testa del Cavaliere: «Obiettivo perseguito e mai raggiunto nei passati vent’anni da molti leader politici con molta più forza e sicuramente molte più pretese di loro due», scrive la Annunzuiata sull’“Huffington Post” all’indomani della storica spaccatura nel partito berlusconiano.

Il Berlusconi che ha votato la fiducia al governo che voleva far cadere, «un Berlusconi senza più timore di incoerenze, tattico come il peggiore dei Letta e Alfano“trasformisti”, dominato dal solo istinto di sopravvivenza», per l’Annunziata «è la fotografia di una fine politica senza eroismi – forse la peggiore conclusione per un uomo come lui».
Ma, a parte l’attuale maggioranza numerica, il governo Letta si è assicurato anche una vera stabilità, necessaria per continuare a governare? Sulla scissione del Pdl fatta da Alfano incombe il ricordo della rottura di Fini, «iniziata fra le trombe e finita nel gelo del fallimento». Analoga delusione l’avventura di Mario Monti, «“salito” in politica fra grandi speranze di riuscire a costruire uno schieramento moderato che erodesse la destra diBerlusconi», ma uscito dalle urne con solo il minimo sindacale per sopravvivere in Parlamento. «Finora, insomma, ogni tentativo di destrutturare la base politica del Pdl facendo appello ai moderati non ha mai davvero funzionato».
Questa volta, tuttavia, secondo Lucia Annunziata siamo di fronte a un caso diverso dai precedenti: Letta e Alfano ha in comune la provenienza democristiana e sanno cos’è il moderatismo. E soprattutto, sono sostenuti da sponsor forti, dal Quirinale alla grande stampa, dalla Confindustria ai sindacati fino agli stessi vertici europei. «Dietro di loro c’è uno schieramento su cui certo Fini non ha mai potuto contare, e in fondo nemmeno Mario Monti, che comunque arrivò sulla scena politica avendo solo una parte dei consensi (la sinistra non ha mai davvero voluto il Professore della Bocconi) che ora si allineano al fianco di Alfano e Letta». Il primo è stato l’erede designato del Cavaliere, il secondo è una costola importante del Pd: il partito di Bersani, D’Alema, Renzi ed Epifani non può ribellarsi a Letta come fece con Monti. Il binomio Letta-Alfano può infine contare sul declino del Cavaliere: «Berlusconi è un uomo condannato e in età non esattamente favorevole alle lunghe battaglie: quanto ci impiegheranno i tanti che lo circondano a convincersi che è arrivato il tempo di lasciarlo?».
Detto questo, il potere delle “larghe intese” non ha affatto basi solide: «Il vero, grande dubbio sulla forza politica del Letta-bis», secondo la Annunziata deriva dal fatto che «questa seconda fiducia nasce tutta dentro il Parlamento, come evoluzione parlamentare di una maggioranza essa stessa nata da una formula parlamentare». Tradotto: «Gli elettori Pd e Pdl non avevano certo votato per le “larghe intese”, che infatti sono state salutate da grande sconcerto, come si è visto dalla crisi che si è aperta». Un ripiego, motivato dalla necessità di evitare la paralisi «causata daelezioni non vinte da nessuno». Il governo Letta-bis è una ulteriore evoluzione, che riscrive il profilo delle forze parlamentari: «Un cambiamento addirittura di secondo livello, rispetto al mandato popolare del voto». Il problema è proprio questo: «I cittadini non hanno votato per le “larghe intese”, e ancora meno per questo nuovo governo: siamo sicuri che questa giravolta nata tutta dentro l’emiciclo politico sia una scelta saggia?». Al contrario: questa soluzione-tampone «alimenterà negli elettori il senso che è sempre più Lucia Annunziatainutile andare alle urne, dal momento che poi il mandato affidato alle proprie schede verrà comunque riformulato in altre “creature” politiche».
Lucia Annunziata l’aveva scritto giorni fa, concordando con Grillo: sarebbe stato meglio tornare al voto al più presto. E oggi lo conferma, anche dopo la rocambolesca fiducia a Letta. «La distanza dei cittadini dalle istituzioni ha provocato nel nostro paese il terremoto di una profonda sfiducia. E le macerie sono ancora tutte lì». Motivo: «Le elezioni di pochi mesi fa non sono state vinte da nessuno non perché c’era il Porcellum, ma perché nessuno dei partiti storici ha più la forza di vincerle». Senza dimenticare, peraltro, che andò a votare solo un italiano su due. Finora il “Movimento 5 Stelle” «non ha convinto pienamente come alternativa»?  E’ un ulteriore aspetto del medesimo guaio: «Questo panorama di sconfitta della politica, la distanza fra istituzioni e cittadini rimane il problema da affrontare». Come? «Rendendo più semplice, non più involuta, la rappresentanza». Per la Annunziata, i partiti dovrebbero «ritrovare la propria forza a contatto con il paese», e non «governare con formule inventate nel vuoto delle aule parlamentari».

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