spirito critico

PENSATOIO DI IDEE

lunedì 2 dicembre 2013

ALFANO A RENZI: SE VUOLE LA SEDIA DI LETTA, LO DICA.

Governo, Alfano: “Renzi tira troppo la corda”. Lui: “Gli italiani tirano la cinghia”

Il vicepremier accusa il sindaco di Firenze di "sparare grosso per richiamare l'attenzione" e lo sfida a togliere il sostegno al premier, spiegando di "non avere paura del voto". Lui risponde annunciando tagli ai costi della politica e un "gigantesco" piano per il lavoro. Anche Civati attacca il rottamatore: "Ha cambiato due volte la sua posizione nei confronti dell'esecutivo"




Non si ferma il botta e risposta tra il vicepremier Angelino Alfano e il candidato segretario del Pd Matteo Renzi. Dopo le schermaglie di domenica, con l’ultimatum lanciato dal sindaco di Firenze all’esecutivo, il tema al centro del dibattito rimane lo stesso: la tenuta del governo Letta dopo le primarie del Partito Democratico. “Non tiri troppo la corda”, è il messaggio lanciato dal leader delNuovo Centrodestra al rottamatore sulle pagine di Repubblica. Puntuale arriva la replica dell’interessato: “Non tiriamo la corda, sono gli italiani che stanno tirando la cinghia“. E rilancia la propaganda nella corsa per la guida del partito: nel caso di vittoria, annuncia una riduzione da un miliardo di euro dei costi della politica, a partire dal Senato, e un “gigantesco” piano per il lavoro. “Se Alfano ha voglia di fare queste cose, le faccia”, conclude. L’atteggiamento di Renzi nei confronti dell’esecutivo è criticato anche dal suo sfidante per la segreteria Pd, Pippo Civati, che lo accusa di cambiare continuamente posizione.
Secondo il ragionamento di Alfano, il sindaco di Firenze, in vista delle primarie, “vuole sparare grosso per richiamare l’attenzione”. “E’ un professionista puro della politica e ne adopera le tecniche – prosegue il ministro dell’Interno – ma farebbe bene a dire con chiarezza se dopo le primarie vuole la sedia di Enrico Letta“. Un concetto, quello dell’ambizione di Renzi alla carica di premier, già espresso da Alfano nella giornata di domenica, quando il candidato segretario Pd aveva lanciato il suo ultimatum al governo: “All’esecutivo offro disponibilità per un patto basato su tre punti. Se non lo rispetterà, il Pd lascerà la maggioranza”. Il vicepremier accetta la sfida e rilancia. “Noi non abbiamo paura di andare a votare – aggiunge Alfano -. Decida lui se assumersi la responsabilità di far cadere il presidente del Consiglio del suo partito”. E propone dunque un patto per il 2014, per poi tornare alle urne nel 2015. Il rimpasto “non è un tema che ci appassiona”, spiega il vicepremier, definendo prioritario l’interesse del Paese. “Io resterò ministro e non avrò ruoli operativi nel partito”, precisa ancora Alfano. “Non temo la vendetta di Berlusconi. Siamo decisivi per il futuro del centrodestra. E il premier sarà scelto con le primarie”, dice il leader del Nuovo Centrodestra.
All’attacco del sindaco di Firenze, anche il suo sfidante alle primarie, Pippo Civati. “Ieri Renzi hacambiato la sua posizione nei confronti di Letta e del Governo due volte – spiega ai microfoni diRaiNews24 -. Cuperlo invece è chiarissimo, nel suo appoggio a Letta. Io penso che sia necessario innanzi tutto cambiare la legge elettorale“. E lancia un altro affondo nei confronti dell’avversario nella corsa alla segreteria del partito: “Noi non rottamiamo ma candidiamo direttamente i rinnovati. Renzi non è più quel rottamatore così vigoroso, si è un po’ ammorbidito e mi dispiace ma è comprensibile”. E tornando alla questione della tenuta del governo, Civati aggiunge: “Non ho nessun ultimatum da dare, ma dall’inizio non mi ritrovo in questo schema, non credo che il governo possa arrivare al 2015″.

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